I toni del fotografo da matrimonio

Per chi ha la cultura della fotografia, il mestiere del fotografo da matrimonio è un po’ il grado zero della fotografia professionale. Forse, a volte, della fotografia in generale. Questo giudizio è sicuramente eccessivo in molti casi, ma purtroppo ha i suoi fondamenti. Anche se in realtà ci sono ottimi fotografi che realizzano fotografie da matrimonio, ci sono anche tanti “improvvisati” che credono che la fotografia del matrimonio sia soltanto una gara a chi offre il prezzo più basso per un servizio che sarà indimenticabile (ma non nel senso positivo del termine).

La digitalizzazione e l’abbassamento dei costi delle macchine fotografiche professionali sono due fattori che hanno aiutato gli “improvvisati” che però, senza una base di conoscenze tecniche e la dovuta sensibilità continuano a fare pessimi lavori. Così abbiamo visto foto contro sole senza alcun accorgimento tecnico, quadretti di famiglia tagliati, inquadrature storte, oggetti ingombranti nella scena (per chi vuole farsi due risate qui ci sono alcuni esempi, anche se un po’ esagerati).

C’è anche un’altra categoria di fotografi da evitare e sono quelli che soffrono di manie di protagonismo. ci sono foto che, solo a vederle, hanno un unico macroscopico difetto: l’invadente presenza del fotografo. Succede infatti che il fotografo da matrimonio affetto da protagonismo abbia un preciso atteggiamento, quello di segnare le immagini con effetti mirabolanti per urlare a tutti che lui era lì, a fare le fotografie. E quindi: grandangolari, effetti speciali, punti di vista strani, flash. Tutte cose che possono fare una loro figura a prima vista, tutte cose che aiutano a fare una fotografia clamorosa, in qualche modo attraente, ma che hanno un enorme, grave, imperdonabile difetto: nascondono il vero racconto (il matrimonio) e i veri protagonisti (gli sposi). Se la fotografia potesse parlare, le fotografie del “protagonista” dicono in continuazione “guarda come sono bravo!“, mentre quelle di chi cura il servizio con uno stile diverso dicono gentilmente”ecco qua, un bel matrimonio“.  E, se come diceva qualcuno le parole sono importanti, in questo caso le parole (seppur immaginate soltanto) raccontano due storie diverse, proprio perché i linguaggi sono diversi.

E allora, che cosa possiamo fare per evitare gli sprovveduti o gli improvvisati della fotografia? La prima cosa che si può consigliare è andare a vedere un po’ la biografia del fotografo, scoprire che cosa ha fatto in passato, come è arrivato a fare fotografie di matrimonio e anche dove e come si è formato (di solito chi ha una storia, più o meno sostanziosa, la racconta). In secondo luogo potete dare un occhio al portfolio, agli album di matrimoni precedenti che nella totalità dei casi sono sempre on line: è anche un modo per capire se siete in sintonia con le foto proposte, se quel tipo di scatti possono fare anche per voi (per esempio questo è un punto a cui noi teniamo molto, perché crediamo di fare foto molto particolari). Infine, fidatevi anche un po’ del vostro istinto e di quel sesto senso (possiamo chiamarlo così?) che tutti noi abbiamo e quando incontrate il fotografo cercate di capire se c’è qualcosa in più oltre la meraviglia degli scatti. Che poi quella arriva quando ci sono professionalità, serietà e amore per la professione. Perché, come diceva Pablo Picasso, il gusto è roba da gelatai (senza offesa) e l’unica differenza tra i servizi fotografici è tra quelli buoni e quelli che non lo sono.